Sanificazione dei luoghi di lavoro: le pratiche dettate dalle normative sanitarie

A seguito della situazione emergenziale dovuta alla pandemia da SARS-CoV-2 – purtroppo ancora lontana dal considerarsi superata – appare ormai chiaro che il processo per garantire una totale sicurezza sanitaria all’interno dei luoghi di lavoro passi in prima battuta dalla sanificazione dei locali.

Secondo le normative vigenti, la sanificazione è il complesso di procedimenti di pulizia e/o disinfezione e mantenimento della buona qualità dell’aria, oltre che di miglioramento generale del microclima di uno spazio chiuso. Prodotti e procedure devono essere attentamente valutati prima dell’impiego, per proteggere la salute di lavoratori, utilizzatori, clienti e di tutti coloro che accedono alle aree sanificate. Inoltre, gli agenti disinfettanti devono essere autorizzati come PMC (Presidio Medico Chirurgico) o come biocidi dal Ministero della Salute.
 

Protocollo sanificazione: attività e prodotti

 
La pulizia – insieme di pratiche che rimuovono lo sporco visibile (polvere, grasso, liquidi, materiali organici) da qualsiasi tipo di superficie, con azione meccanica o manuale e uso di sostanze detergenti - è un’operazione preliminare indispensabile alle successive fasi di disinfezione e sanificazione. A sua volta, la disinfezione permette di ridurre significativamente, tramite distruzione o inattivazione, il carico microbiologico patogeno presente nell’ambiente.
I disinfettanti, di natura chimica o fisica (calore), non devono mai essere confusi con i detergenti, che non hanno proprietà battericida ma solo pulente. Il disinfettante ottimale possiede la capacità di aggredire ed uccidere gli agenti microbiologici contro i quali viene impiegato. I suoi requisiti sono:
  • Rapida azione e lunga persistenza;
  • Attività biocida;
  • Ampio spettro d’azione;
  • Assenza di nocività, alle concentrazioni d’uso, per l’uomo e sui materiali da trattare;
  • Qualità e sicurezza;
  • Buona stabilità chimica.
Il protocollo Salute e Sicurezza del DPCM 26 aprile 2020 - con aggiornamento al 17 maggio 2020 per quanto riguarda la sanificazione e disinfezione nei luoghi di lavoro e negli ambienti non sanitari - afferma che i disinfettanti per contrastare il SARS CoV 2 devono contenere:
  • Alcol etilico con contenuto minimo del 70%. Poiché infiammabile, è opportuno limitarne l'uso solo in spazi ben ventilati, in assenza di impianti elettrici o a motore in funzione;
  • Cloro, solitamente in forma di ipoclorito sia liquido che solido. In soluzione tra il 5% ed il 6% prende il nome di candeggina, che può lasciare residui tossici per l’ambiente se utilizzata in grande quantità ed in maniera impropria, nonché perdere la propria attività antimicrobica in presenza di acqua dura e di sostanze organiche. Responsabile di irritazioni a pelle, mucose e vie respiratorie, la candeggina deve essere usata in ambienti ventilati, con ricambio di aria e coerentemente con le linee guida in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Per la disinfezione, l’ipoclorito è diluito in soluzione 0,1 - 0,5 %;
  • Perossido di idrogeno. Possiede un’elevata attività germicida ed è considerato battericida, virucida, sporicida e fungicida a seconda delle concentrazioni d’utilizzo. La soluzione al 3% è quella più utilizzata.
Trattandosi di sostanze potenzialmente dannose se manovrate senza esperienza, il consiglio è sempre quello di rivolgersi a ditte esterne specializzate.
 

Sanificare ambienti di lavoro: le procedure corrette

 

Questa la corretta procedura di sanificazione degli ambienti:
  1. Pulizia;
  2. Disinfezione diretta delle superfici esposte con disinfettanti autorizzati;
  3. Trattamento di sanificazione con sostanze generate in situ a completamento ed ottimizzazione delle procedure di pulizia e disinfezione;
  4. Adeguata areazione dei locali.
Particolare attenzione va poi prestata alla manipolazione dei materiali in tessuto, che possono contribuire alla diffusione di virus per via aerea. Tende e tessuti removibili vanno sottoposti ad un ciclo di lavaggio a 90°, in cui l’acqua è addizionata con ipoclorito di sodio o perossido di idrogeno. Qualora non sia possibile la rimozione, ad esempio per le imbottiture delle sedute, è necessario usare generatori di vapore secco saturo.
Infine, ricordiamo che la sanificazione di ristoranti, bar, mense e di tutte le aziende legate all’intera filiera agroalimentare richiede l’idonea esecuzione di protocolli igienico sanitari specifici.
 

La Petroniana: servizi professionali di pulizia e sanificazione

 

Il moltiplicarsi di attività di sanificazione fai da te e la nascita di imprese improvvisate e senza alcuna professionalità - estranee a qualsiasi approccio scientifico - ha portato l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) a mettere in guardia da alcune pratiche sbagliate, come mescolare candeggina con ammoniaca e aceto, o aggiungere ammoniaca ad anticalcare e disincrostanti, rammentando l’uso di dispositivi di protezione individuale, spesso trascurati.
Per supportare al meglio le necessità dei nostri clienti, abbiamo implementato il piano di continuità operativa (Business Continuity Plan) presso i siti in cui operiamo, attraverso risorse appositamente formate per far fronte all’emergenza Covid. Offriamo servizi di pulizia intensiva ad alta frequenza per disinfettare le aree maggiormente soggette a calpestio, passaggio o sosta. Le nostre sanificazioni ambientali avvengono nella massima sicurezza e serietà, tramite sistemi di aerosol o nebulizzazione con il supporto di partner specializzati.
La Petroniana Srl tutela le aziende clienti dagli errori del fai da te grazie all’esperienza e al personale qualificato, che si attiene a regole e metodologie approvate dagli organi di controllo. Contattaci per studiare insieme le attività di sanificazione più adatte alle tue esigenze.
Categorie:

Figlio Press & News
Newsletter
Iscriviti
alla nostra newsletter
Newsletter
Iscriviti
alla nostra newsletter